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1970 V° Rassegna d'Arte del Mezzogiorno - ''Grafica Italiana'' - Palazzo Reale - Napoli, 5 gennaio 5 febbraio |
INTERVENTO DI NICOLA SPINOSA SUL CATALOGO DELLA MOSTRA |
La grafica oggi Si sono avuti momenti, nei secoli passati, in cui l'opera grafica ha goduto di notevole considerazione e di non meno vasta popolarità. Eppure, mai come in questo secolo la grafica è dive- nuta uno strumento di comunicazione di uso assai diffuso, cui ha corrisposto, anche presso il grosso pubblico di media cultura - per il convergere di motivi oltre che propriamente tecnici ed estetici, anche economici e di costume -, un interesse ed un favore sempre crescente, E, tuttavia, oggi che l'artista ha quasi del tutto rinunciato al solito schema del quadro e al tradizionale limite dello spazio scultoreo; oggi che l'arte tende soprattutto alla produzione di oggetti, di macchine visive, quando addirittura non si risolva, coll'happening, in un « atto di vita», nell'azione corale che coinvolge attore e spettatore costringendoli a « vivere la scena » con totalità di sensi e di intelletto, si può ancora parlare di 'grafica'? Ed, in caso affermativo, di quali nuovi significati si è venuta arricchendo; quali nuovi indirizzi, necessariamente, nell'ambito delle recenti tendenze delle arti visive, la caratterizzano? Tradizionalmente, infatti, al concetto di , 'grafica' si è soliti collegare i prodotti delle tecniche dell'incisione e, soprattutto, del disegno. Ed in ta senso, per numerosi artisti - non solo del nostro secolo -, l'attività grafica è stata decisiva ed essenziale, in alcuni casi addi- rittura preminente. Espressione intima e sottile dello spirito dell'artista, spesso di pura ricerca personale, il disegno, tuttavia, ha valore non perché, come pur si crede, rapida descrizione di un'immagine immediata, ma solo in quanto è la libera e precisa trascrizione grafica, il simbolo visivo delle sue idee e delle sue segrete meditazioni. D'altra parte, l'essenzialità o la schematicità d'immagine che si ottiene mediante il disegno ha condotto, in tutte le civiltà ed epoche della storia, ad identificarlo col momento iniziale o ideativo dell'operazione artistica; a considerarlo, quindi, il momento intellettualmente più elevato di quell'operazione. Ora, se il fare artistico consiste nell'effettivo intervento nella realtà e l'« essere nella realtà significa (per l'artista) trasformare rapidamente e radicalmente i processi tradizionali dell'arte" (Argan), ciò non può avvenire che attraverso una fase di progetto di quell'operazione. Ma in tal caso disegno e progettazione non possono non identificarsi, in quanto anche la progettazione è propria di quel momento operativo intellettualmente più elevato. E' chiaro, come giustamente osserva Giulio Carlo Argan, che il pro- gettare non è solo dell'architettura, come generalmente si è soliti ritenere, ma '' si dà in tutte le attività artistiche, comprese le più semplici attività artigianali '', e che, inoltre, « non si identifica totalmente con la genesi, la gradualità e l'ordine dell'operazione artistica", ma «è specialmente in rapporto con la fase ideativa ». E, quindi, «in rapporto all'ideazione, la progettazione può avere la funzione di visualizzare, in modo più o meno immediato e più o meno schematico, l'idea formale o di fermare l'idea stessa in un appunto mnemonico; può servire all'artista stesso per l'ulteriore elaborazione, ideativa o esecutiva, dell'opera ... o per esprimere addirittura principi teorici di meto- do; può riferirsi all'insieme o ai particolari; può avere un valore artistico autonomo o costituire solo uno sviluppo secondario, e con funzione pratica e strumentale, dell'idea formale », La progettazione s'identifica, cioè, con la progressiva visualizzazione dell'idea formale, col progressivo trasporto di essa da uno spazio ipotetico e puramente mentale ad uno spazio determinato e concreto, attraverso una struttura che è essenzialmente di segni o di sistemi di segni. Ma, quel che più conta, «c'è nella progettazione dell'arte - come dice sempre Argan - un senso, un interesse, una passione della vita, che non troviamo nella logica ineccepibile della progettazione tecnologica », e che costituisce «la difesa manovrata della vita sociale, storica, nel suo quotidiano confronto con l'eventualità e il caso». Ma se la strutttura segnica è parte inalienabile della progettazione, in tale struttura va indicata anche l'origine e l'essenza prima del disegno o della grafica in genere, dove il segno o i sistemi di segni costituiscono i soli termini di raccordo tra l'esperienza dell'artista e l'esperienza comune. Del resto, per il suo carattere iniziale, il disegno è stato sempre, fin dalle più antiche testimonianze, considerato e praticato come progettazione dell'opera d'arte. Ma quel che qui importa sottolineare è |
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